Descrizione
Arriviamo così alla borgata di San Biagio, presso lo sbocco della Val de Grù e del Calto delle Volpàre. Vi troviamo l'antica chiesetta di san Biagio, che ha preso il posto del primo oratorio, eretto dai benedettini e consacrato a sant'Andrea. Il cambio di patrono avvenne nel ‘300 quando l'edificio fu restaurato da monaci camaldolesi. Chiusa nel 1789 per ordine del senato veneziano, la chiesetta campestre passò nel 1908 alla famiglia Franceschetti.
In breve si giunge alla suggestiva Fontana del Pissarotto de Val de Sòra, posta sulla piana dove termina l'ampia costa ondulata di monte Fasolo, incisa dalle vallette di Val de Spìn e dei Calto delle Volpàre. L'Olivieri, nel suo testo sulla Toponomastica Veneta, interpreta il termine Pissarotto come voce onomatopeica che deriva da piscio, pisciare, nel senso di rigagnolo, cascatella. Va notato che uno dei rii che poco sopra confluiscono nel solco delle Volpàre è detto Calto dei Spissajéni, per la presenza di varie fontanelle lungo il suo corso.
Nella vasca a lato della fontana dove sfocia il Calto delle Volpàre inizia il Rio Giara. Vari tracciati collinari convergono presso la fonte: il sentiero che risale il fondo del Calto delle Volpàre fino ai capitello di sant'Antonio di monte Fasolo; la via dei Montesèi tracciata sul crinale tra la Val de Spìn e il Calto delle Volpàre, e la strada delle Creàre che sale per la schiena del dosso calcareo allungato tra la Val de Grù e la Val de Spìn fino al "pianoro" sotto il Mottolone di Arquà. Era questa l'antica strada che univa rapidamente la Val de l'Abbà con la Val Pomàro di Arquà Petrarca.
L'acqua esce da un bel rubinetto al centro di un largo e alto pilastro, in mattoni intonacati con la tecnica dei coccio pesto, decorato in alto da una modanatura sotto la quale è incastonato un tondo con l'immagine della Madonna. Un riquadro probabilmente ospitava un'altra immagine sacra, ora sostituita da un semplice quadro della Madonna; la vaschetta alla base è stata ricomposta in lastre di trachite. Una vasca in pietra bianca d'lstria, ornata da quattro grosse bocchette in ottone, occupa il posto del vecchio lavatoio, mentre dall'altro lato del pilastro è sistemata una panca sempre della medesima pietra. Lo spazio della fonte è completato e definito da una pavimentazione in ciottoli di fiume all'interno di una cornice di cemento lisciato.
Soprattutto verso sera questo luogo gode di una particolare atmosfera. Proseguiamo a sinistra passando tra le case dell'antico borgo di via Muro, all'entrata del quale si stacca la strada della Salma, che sale verso la costa delle Fontanelle del Gemola.